Il mio amico Fabrizio

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Ricordavo che avesse scritto qualcosa del genere, con un po’ di pazienza ho ritrovato il post su Facebook. E’ del 20 giugno 2017 (la mail di cui si parla in questi giorni mi pare sia del mese di gennaio).

“No, non mi sono trasferito nel deserto, e non sono neppure andato in vacanza (non ancora): ho però deciso di cambiar vita – anzi, get a fresh start, come dicono meravigliosamente e meno pomposamente gli americani. Ho smesso, un mese fa o giù di lì, di andare in televisione, scrivere sull’Unità, intervenire sui social e in generale partecipare al dibattito politico pubblico.
Il motivo è semplice: non è più così divertente, e le cose che non sono divertenti quasi sempre sono anche inutili, e qualche volta dannose.
Sebbene sia evidente a molti che un dibattito pubblico che si regge prevalentemente sull’insulto, sulla polemica ad hominem, sulla manipolazione sistematica dei fatti e sulla promozione dei mediocri non sia di per sé una grande conquista, non voglio certo criticare il “sistema”, quantomeno perché non mi piace fingermi ingenuo. Posso però affermare che non mi diverte (più) e, soprattutto, che ha saputo tirar fuori il peggio di me.
In altre parole, mi sono intossicato. I maestri buddhisti spiegano bene il fenomeno: quando pensiamo o parliamo male di qualcuno o di qualcosa – non c’è differenza fra i due atti – una particella di veleno si deposita nella nostra mente. Possiamo colpire il bersaglio oppure no, ma sempre colpiamo noi stessi. Il veleno si accumula, e col passare del tempo diventa pervasivo al punto da orientare i nostri comportamenti e i nostri pensieri.
Non voglio farla lunga, né tantomeno cercare una giustificazione. E del resto c’è chi polemizza per tutta la vita restando sereno, educato, equilibrato. Parlo soltanto per me.
Ho dunque deciso di lasciare l’impegno pubblico e l’attività politica nelle forme praticate finora, per dedicarmi interamente alla scrittura (oltreché naturalmente alla vita, che come ama dire mia moglie “è un mozzico”). Le idee e i progetti sono molti, ho trovato un editore che ha voglia di occuparsi di me, ho cominciato a scrivere. Poi si vedrà.
Siccome c’è sempre qualcuno che crede di saperla più lunga degli altri, vorrei infine precisare che questa scelta non esprime alcun giudizio politico sulla situazione attuale o, tanto per non far nomi, su Matteo Renzi, che continuo a considerare la risorsa più pregiata della politica italiana.
Non c’è altro. E non perdiamoci di vista!”

Lasciate in pace Fabrizio Rondolino, uomo intelligente, colto, generoso (e ingenuo) quanto pochissimi altri. Non merita di finire nel tritacarne di politici spregiudicati e giornalisti violenti. Regolate i conti tra di voi, magari presto. Poi provate ad occuparvi di cose serie, se ci riuscite.

Questo articolo ha 3 commenti

  1. Massimo Ricciuti

    Che dire…? Perfetto.
    In linea con quello che sento anche io.
    Da un po’ ho ricominciato a fare canzoni…
    Quindi ci sta tutto.
    La Grande Dimissione 🙂

  2. Francesco De Domenico

    Su Gino Strada amico dei talebani ha ragione lui..

  3. Giorgio Tino

    Fabrizio già mi manca e ci manca! Vorrà dire che ci “accontenteremo”per ora dei suoi libri!

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