I nomi e le cose

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La piattaforma Rousseau dice la sua in queste ore sul nuovo governo: Beppe Grillo ha individuato la nascita del ministero della “transizione ecologica” come chiave per conquistare i cuori dei militanti restii ad accucciarsi sotto l’ingombrante mantello di Draghi. Nessuno sa quali competenze dovrà accorpare il nuovo ministero, teoricamente potrebbe scipparle a Mise, Ambiente, Beni Culturali, Infrastrutture e forse anche ad altri: d’altronde è talmente strategica, articolata (e di lungo momento) l’impresa della transizione ecologica, che un intero governo potrebbe fregiarsi dell’etichetta. La cosa, insomma, andrebbe studiata per bene. Ma noi, per il momento, ci balocchiamo con un nome.

Nel frattempo ieri la piattaforma Rousseau del PD, definita direzione, ha discusso e votato il sostegno al nuovo governo. Per trangugiarlo senza troppi disturbi e con l’obiettivo di fare poche cose (i vaccini, i ristori, il Recovery Plan: roba da niente!!), il mio amico Gianni Cuperlo lo ha battezzato “governo di scopo”, animale che non esiste in natura (come non esistono governi tecnici, istituzionali, balneari, a tempo, etc…), dato che la Costituzione italiana prevede semplicemente, negli articoli da 92 al 96, che si formi un governo – senza aggettivi o specificazioni – con tanto di Ministri, che abbia la fiducia delle due Camere, diretto dal Presidente del Consiglio. Anche da quelle parti ci si nasconde dietro un nome, invece che parlare di cose.

Grillo e Cuperlo sono persone intelligenti, ma non devono prendere in giro il prossimo. La transizione ecologica o si riempie di contenuti (che garantiscano anche il futuro di interi comparti dell’industria italiana) o è solo fumo negli occhi per gli ingenui che in queste ore stanno votando su Rousseau. La formula ipocrita del governo di scopo non può coprire un fatto nudo e crudo: tra qualche ora ministri del PD e della Lega saranno immortalati insieme, nella foto di gruppo del nuovo governo (che peraltro durerà, e non poco).