Il terzo mandato

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Cerco di usare parole misurate, per non eccedere in volgarità; ma i partiti (tutti) le male parole te le tirano. Prendete questa storia del terzo mandato per i Presidenti di Regione. La questione ha un suo aspetto nobile, forse costituzionale (certo, sta Costituzione ognuno la tira a piacimento dalla sua parte, come una pelle di zigrino…). Comunque: una legge ha stabilito che, per evitare che ci si abbarbichi al potere e favorire il giusto ricambio di classi dirigenti, presidenti di regioni e sindaci non possono governare per più di due volte consecutive (con vari éscamotages alcuni sindaci saltano un turno e ritornano, ma questo è un altro film). Fin qui tutto bene, anche se abbiamo sperimentato sulla nostra pelle dove può portarci l’esaltazione del ricambio purchessia (do you remember “uno vale uno?“); e non sarebbe male se qualcuno ci spiegasse perché questa stessa regola non è fissata per parlamentari, ministri etc…

Detto questo, accade che alcuni Presidenti di regione (per il momento Zaia e De Luca) ritengono di essere popolari, bravi a governare e vorrebbero ricandidarsi per la terza volta (per Zaia sarebbe la quarta, ma la legge in questione è arrivata dopo il suo primo mandato), e per farlo ce ne vuole una nuova; almeno sembra, perché c’è anche chi sostiene che le regioni possano muoversi in autonomia. Io non voglio entrare nel guazzabuglio giuridico: dico solo che i rispettivi partiti dovrebbero dire la loro su Zaia e De Luca in maniera chiara e trasparente, senza trincerarsi dietro comodi paraventi. Ritenete che De Luca e Zaia abbiano governato male? Perfetto, allora, quando sarà il momento, li manderete a casa e proporrete candidature alternative, non c’è bisogno di perdere tempo in Parlamento per cambiare la legge. Ritenete che abbiano governato talmente bene al punto che è essenziale che continuino a farlo? Allora dovete cambiare la legge, spiegando che il dispositivo sarà pure bello ma finisce per penalizzare bravi governanti etc… Semplice, no?

Invece che succede? Con diverse varianti, succede che: a) i partiti di appartenenza dei presidenti non hanno il coraggio di esprimersi su come i suddetti hanno governato e governano; b) la scelta su terzo mandato sì, terzo mandato no finisce sulla graticola degli scontri interni alle coalizioni, sempre senza che nessuno pronunci una sola parola sulla qualità dei governi regionali; c) il popolo, il sempre invocato popolo, non ci capisce niente e viene clamorosamente tratto in inganno, perché in sostanza gli si dice che il sì al terzo mandato significa rieleggere De Luca e Zaia. Mentre anche mio nipote capisce che tutt’al più i due potranno ricandidarsi.

Ecco dov’è il punto di fondo che mi manda ai matti. A decidere il prossimo presidente di Veneto e Campania – fino a prova contraria – sarà l’elettore. Quindi degli organismi politici sani dovrebbero distinguere le scelte da compiere. E cioè decidere il numero dei mandati di un governante, nell’interesse degli equilibri generali del sistema. Su un altro piano, decidere chi candidare ad una determinata carica. In questo modo, i partiti aiuterebbero a comprendere di che cosa stanno aspramente discutendo in queste ore. Confondere irresponsabilmente le acque è un atto di apparente furbizia, in realtà è solo il modo per aumentare le distanze tra la politica e i cittadini. Poi non si lamentino se la gente non tollera più i partiti e i politici.