Zaia, due mesi fa.

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Questo post l’avevo scritto il 19 novembre 2023, dopo aver letto un’intervista di Zaia al Corriere. Lo ripropongo, alla luce di quanto è accaduto ieri, 16 gennaio 2024, nel Consiglio regionale del Veneto, che ha affossato la legge sul fine vita. Naturalmente con il concorso decisivo di una consigliera PD (la percentuale di geni in quel partito è sempre esorbitante)…

A scorrere titolo (Dall’amore al fine vita, sogno che crescano le libertà. Sì agli Stati Uniti d’Europa) e catenaccio (L’Italia un paese di destra? No, è un paese di buon senso. E il buon senso è nella moderazione, può stare a destra come a sinistra), mi dico ehilà, chi è il tizio (fotografato da giovane, a cavallo) che dice cose tanto sagge e ragionevoli? Poi vado a leggere, e scopro che si tratta di Luca Zaia, presidente del Veneto, intervistato sul Corriere da Aldo Cazzullo (che non solo è uno dei migliori giornalisti italiani, ma è inarrivabile nelle sue interviste, sempre godibili, leggibili e profonde). Non conosco Zaia. Se ne parla in genere bene, i veneti lo votano con percentuali bulgare. Nell’insieme dell’intervista, non riesco a trovare un solo punto di disaccordo con le cose che dice. Ora, nella difficile ricerca di una classe dirigente adeguata per l’Italia, a me è sempre più chiaro che bisogna guardare ai territori, dove gli amministratori si misurano quotidianamente con le persone in carne ed ossa. E dunque direi di monitorare Zaia. Non è escluso che ci possa sorprendere in futuro, uscendo dalla sua ridotta regionale.