Metti, una sera a cena

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“Miei cari, grazie dell’invito, e statemi a sentire per qualche minuto. Il tema della leadership del Pd non interessa solo tifosi e militanti, ma chiunque sia interessato ad una accettabile evoluzione della democrazia italiana, che ha bisogno – come ogni realtà politica – di un buon governo e di una buona opposizione. Ora, pare che un governo non solo ci sia, ma che abbia un consenso molto elevato: almeno così dicono i sondaggi. Mentre l’opposizione è palesemente assente dalla scena: quello che resta di FI dipende in tutta evidenza da Salvini e non immagina neppure di darsi un profilo, mentre l’attivismo quotidiano del Pd appare (ed è al momento) un’agitazione fine a sé stessa.

Eppure lo spazio potenziale dell’opposizione c’è tutto (e sarebbe inimmaginabile il contrario). Intanto c’è un enorme spazio culturale che – mi si passi la semplificazione – può essere facilmente definito a contrario. Chi non aderisce ai fortissimi e radicali profili ideologici di Lega e M5S (che sommariamente definiamo sovranisti e populisti) ha un campo di riferimento, cui affidare le proprie istanze (sempre semplificando: presidio dei principi cardine delle democrazie liberali, visione europea, gestione non rifiuto della globalizzazione, etc…)? Al momento no. Poi c’è lo spazio politico, altrettanto grande. Ad essere onesti e oggettivi, non si può dire che il governo Conte abbia finora brillato per quantità o qualità dei provvedimenti, anzi si è distinto per confusione e imperizia. Ci sarebbero quindi tutti gli elementi per avviare un lavoro strutturato, ordinato e positivo di opposizione parlamentare e nel paese. Naturalmente a condizione di avere la testa rivolta al futuro, non pensando a quanto è alle nostre spalle.

Per le cose dette, questi grandi spazi non possono che essere riempiti da una forza che parli ai moderati, ai riformisti, agli innovatori. Qualcosa che va da pezzi di elettorato residuali di FI a quanti si sono riconosciuti nelle politiche riformiste del Pd post Bersani-D’Alema. E’ un campo largo e sufficientemente omogeneo quanto a opzioni culturali e politiche: è liberaldemocratico e non socialista, è europeista e non nazionalista, è per il mercato e non per l’assistenzialismo, e così via.

Può essere il Pd questa forza, o deve essere una nuova cosa? Questa mi sembra una domanda, al momento, sbagliata. Perché il Pd c’è, e anche nella condizione afasica in cui versa viene accreditato nei sondaggi di un permanente 17/18%. Dunque, pragmaticamente, io partirei da lì. Per fare qualcosa di più importante e largo c’è tempo. E, naturalmente, tutto dipenderà da chi si assumerà l’onere di guidare la baracca.

Non prendendo in considerazione Zingaretti (che si farà una demagogica cena in trattoria in stile paragrillino, e ben gli sta) e Martina, perbene ma a mio avviso non adeguato, onore a Giuliano da Empoli che ha individuato in voi i quattro cavalieri dell’Apocalisse. Cioè coloro che hanno lo standing per affrontare la prova della ricostruzione dopo la tempesta del 4 marzo. Siete effettivamente i migliori del mazzo, e quanto siete simpatici  (si fa per dire) visti intorno a questo tavolo. Quattro persone perbene e capaci. Però vi dico una cosa: per un motivo o per l’altro nessuno di voi può guidare oggi il Pd. Il più bravo di voi ha bisogno di tempo per togliersi di dosso l’odio accumulato: nel frattempo fa bene ad andare in giro a ricaricarsi. Quello cui voglio più bene – lo conosco da ragazzo – ha grandissima solidità ma scarsa duttilità: ministro a vita, segretario non lo vedo. Il più affidabile dei quattro è uomo di governo e di garanzia per definizione: me lo giocherei – nel caso – solo per un breve tratto di strada. L’ultimo arrivato è quello da mettere a studiare per avere un programma all’altezza delle sfide. Insieme siete una forza: ma tra di voi non c’è quello che si scorcerebbe le maniche per ricostruire una presenza del Pd nel paese, girando non nelle feste dell’Unità ma nei luoghi di lavoro, reinventando da zero un linguaggio e proposte nuove, ridando senso ad una forza moderna che guarda al futuro. E non c’è tra di voi chi possa rappresentare una notizia (c’è bisogno anche di questo), una novità, qualcuno che rompa il clima mediaticamente stanco che affligge il Pd e i piddiologi. Prendete allora uno come Marco Bentivogli, consegnategli la vostra forza, i vostri pacchetti di voti (per chi li ha), devolvetegli del potere, e candidatelo a segretario del Pd. Tutti lo stimate, questo è noto. Fate un passo avanti, e con un po’ di coraggio fate da padri nobili ad un’operazione che può effettivamente far ripartire una speranzella. Buona serata e arrivederci (no grazie, la cena no, prendo solo una tisana, poi vado a dormire)”.

Questo articolo ha 4 commenti

  1. Plinio Medi

    Come direbbe un noto e quasi bollito pilota motociclista, ” mi tira il culto di non essere stato invitato “…

  2. Carlo Raspollini

    Nessuno di loro è indicato anche se tre di loro faranno certamente parte del nuovo esecutivo e uno spero che prenda la sua strada da “faccio tutto mi”. Bentivogli ? Mi piaccioni di più Gino Strada e Maurizio Landini. Se dobbiamo rompere con certe amicizie ingombranti dobbiamo farlo del tutto e decidere umilmente di ripartire dal basso e per tanti anni.

    1. Valentina Falcioni

      quali meriti avrebbe Gino strada, politicamente parlando, e perchè sottrarlo al suo lavoro per portarlo ad un ruolo dove non emergono i suoi talenti? e riguardo Landini: davvero quali meriti? ragazzi, vabbè la retorica della bandiera rossa, vabbè emozionarsi con bella ciao, ma non esageriamo col cazzarare nomi di persone non capaci, Landini in primis

  3. Spirithorse

    “Il più bravo di voi ha bisogno di tempo per togliersi di dosso l’odio accumulato”. No, non è il più bravo, lo ha dimostrato.
    La % attuale del PD meno un 3-5%, sono i suoi voti, da qui all’eternità.

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